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Nel centro storico della città di Crotone si ergeva l’antico monastero di Santa Chiara, secolare punto di riferimento religioso, economico, culturale e sociale per la città. La data precisa circa la fondazione del convento, non è facile da stabilire, poiché molti documenti sono andati perduti o bruciati.
La tesi più attendibile è quella di Silvano Controne, padre stimmatino del monastero crotonese. Egli fa risalire la sua fondazione alla fine del 1300, rifacendosi sia alla coeva costruzione di altri monasteri delle clarisse in Calabria, sia alla bolla di Pio II, in cui si ordinava di trasferire i padri Domenicani nel monastero di Santa Chiara.
Attraverso i secoli, così come il monastero, anche la chiesa fu ampliata e restaurata, fino a raggiungere la forma attuale, per cui si ama definirla “Bomboniera di Crotone” per l’eleganza delle linee, gli elementi decorativi e l’armonia dei colori. Essa fu terminata nel 1774.
La facciata si articola in tre registri, divisi da soli elementi decorativi. Il portale in stile classico-baroccheggiante, presenta due lesene poggianti su un alto plinto, con capitello dorico, sormontate da una trabeazione dello stesso stile. Sopra di essa, vi sono due volute inginocchiate, al centro delle quali è collocata una piccola edicola che accoglie la statua di Santa Chiara.
Entrando nella chiesa, è visibile un impianto a un’unica navata, sormontata da un soffitto a volte a botte.
All’interno del pulpito ligneo del 1700 che sovrasta la porta della sacrestia è conservato un bellissimo organo a canne, racchiuso in un armadio a sportello, riccamente dipinto sia all’interno sia all’esterno.
Sullo sportello sinistro è dipinta la figura di S. Chiara, mentre su quello destro S. Cecilia, intenta a suonare l’organo. L’armadio è sormontato da una cimasa dorata, recante lo stemma dei Lucifero, offerto da Suor Cecilia, membro di questa famiglia nobile.
Entrando nella zona presbiterale, troviamo un altare costituito da marmi policromi, fiancheggiato da putti marmorei. La parete sinistra della Chiesa presenta lo stesso motivo architettonico della parete destra. Ciò che distingue la parte destra da quella sinistra, sono i balconcini, corredati da ‘’gelosie’’, ovvero grate lignee che sostituiscono le finestre ed erano utilizzate dalle suore per partecipare alle celebrazioni Eucaristiche.
Uscendo dalla chiesa, sulla destra, si apre un altro portone dal quale si accede alla sala cosiddetta di “Santa Chiara”, unica parte non rimaneggiata del complesso che si presenta con archi a tutto sesto in pietra dell’antica Kroton. Al centro del salone, che in passato era il chiostro aperto sul cortile interno, si trova ancora oggi il pozzo, su cui è incisa la data 1616.
Il pozzo, cui si accede tramite una ripida scaletta, è stato riscoperto e trasformato in cappella nel 1972 per opera dei Padri Stimmatini.
Qualcuno pensava fosse una chiesa sotterranea o una cripta, ma più probabilmente era una semplice cisterna che raccoglieva le acque piovane di tutto il complesso.