Itineraritaly

Il furto sacrilego

La notte tra il 13 e il 14 ottobre 1983 ignoti profanarono l’icona della Madonna di Capo Colonna, simbolo della fede e della tradizione religiosa di Crotone, rubando i gioielli da cui era adornata.

I crotonesi, i tantissimi devoti che, ogni anno, da tutta la regione raggiungono la città per rinnovare il profondo legame che li unisce alla Vergine, ebbero una reazione sdegnata al furto.

L’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, Mons. Giuseppe Agostino affidò a Gerardo Sacco, maestro orafo crotonese,  il compito di realizzare il nuovo ornamento della sacra immagine. Un grande onore, ma una responsabilità da far tremare le vene e i polsi.

Alla presentazione dell’opera, si temeva di deludere le aspettative dell’Arcivescovo Agostino che invece, ebbe parole bellissime: “Figlio dilettissimo, rivolgendosi a Gerardo Sacco hai superato questa prova con intelligenza, sensibilità, devozione. Ti saremo grati in eterno”. Accadde due giorni prima che l’icona restaurata apparisse in pubblico, il 12 maggio 1986.

Nonostante Gerardo Sacco avesse superato a pieni voti la valutazione del vescovo Agostino non si sentiva soddisfatto. Continuava a ripetere che avrebbe dovuto migliorare l’opera, ma non sapeva come. Non riusciva a prendere sonno. Alle due di notte scese in laboratorio e sedette di fronte all’icona della Vergine. A un certo punto, prese la cesoia e iniziò distruggere il lavoro fatto cancellando mesi di lavoro.

Improvvisamente, ebbe una folgorazione, tutto gli apparve chiaro. Lavorando fino alle prime luci dell’alba e preparando minuziosamente ogni pezzo, in modo da consentire ai collaboratori, che sarebbero arrivati di lì a poco, di assemblare velocemente il materiale, riuscì nel proprio intento. Solo in quel momento l’opera era completata.

Per la realizzazione della nuova cornice, che avvolgeva l’icona della Vergine, si utilizzarono sette chili e mezzo d’argento; per l’aureola, invece, 38 grandi zaffiri, 39 perle, 175 diamanti taglio brillante e 144 perle coltivate, poggiate sull’oro. Il lavoro fu ulteriormente arricchito alcuni anni dopo.

Al posto della vecchia corona, adattata al bambin Gesù, si sistemarono dodici stelle in oro bianco con diamanti incastonati a pavé: un numero non casuale, visto che nella tradizione biblica esse rappresentano l’ornamento della donna, ma richiamano anche gli apostoli, raccolti attorno a Maria, per ricevere lo Spirito Santo.