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Videoguida Cattedrale LIS

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La fondazione dell’odierna Cattedrale, intitolata a S. Maria Assunta, risale al XII secolo, epoca in cui è attestata l’esistenza di una Cattedrale “Sanctissimae Deiparae”.

Riedificata nel XV, la struttura subì nel corso del tempo numerosi restauri. Sulla facciata in stile neoclassico, affiancata da un imponente campanile, si apre il maestoso  portale scolpito nel 1986 da Ludovico Graziani, artista crotonese. La lettura degli eventi rappresentati introduce alla storia della Chiesa e della città

 

Testi a cura della dott.ssa Elisa Cagnazzo, Ufficio beni culturali, Diocesi di Crotone e Santa Severina

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Sempre in facciata, e in particolare ai lati del portale principale, si notano due stemmi, quello del Papa in carica, per indicare il rango di Basilica Pontificia Minore, titolo onorifico attribuito alla Cattedrale di Crotone da Papa Giovanni Paolo II (1984), e quello dell’Arcivescovo.

L'interno, diviso in tre navate sorrette da pilastri, ospita pregevoli opere d'arte: un fonte battesimale cinquecentesco in pietra, con base zoomorfa, un seicentesco coro ligneo fatto realizzare nella seconda metà del Seicento dal vescovo Carafa (1664-1683), i cui stemmi si ripetono su tutti i lati.

Sulle pareti dell’area presbiterale, sono appese, a destra, la tela di Nicola La Piccola (1727-1790), raffigurante Gesù di ritorno dalla visita ai Dottori, commissionata dal mercante di grano Benedetto Milioti nel 1767, come si legge in basso, e a sinistra, il Martirio di S. Dionigi, attribuito al pittore Corrado Giaquinto (1703-1765) e datato probabilmente verso il 1759. Si possono ammirare inoltre il busto ligneo raffigurante S. Gennaro, conservato nella sacrestia, e quello di S. Dionigi, protettore della città, custodito nella cappella a lui dedicata, entrambi datati dalla critica a fine seicento/inizio settecento ed un pulpito marmoreo  progettato dall'architetto Farinelli nel 1893.

In fondo alla navata destra si apre la cappella ottocentesca nella quale è custodita l'Icona bizantina della Madonna di Capo Colonna che, secondo la tradizione, sarebbe opera di S. Luca.

L’aspetto odierno della cappella, inaugurata nel 1911, è il risultato della ristrutturazione progettata dall’architetto napoletano Pietro Paolo Farinelli.

L’apparato decorativo è costituito da una bilanciata fusione di marmi, affreschi, stucchi e oro. Gli affreschi sono tutti opera del pittore e decoratore Vincenzo Severino.

Superata la balaustra d’ottone in stile liberty, che reca sui pilastri del cancello lo stemma dei Berlingieri, famiglia notabile di Crotone che contribuì ai lavori di ristrutturazione, si può ammirare la cappella in tutto il suo splendore.

Nella volta della cappella è raffigurata l’Incoronazione della Vergine.

Nella lunetta della facciata interna domina al centro la figura di San Dionigi che regge nella mano destra la città di Crotone e nella sinistra il bacolo pastorale.

Sulle pareti della prima campata, sopra gli stalli lignei, si trova sulla destra la tela del De Falco, datata 1904, raffigurante il fallito assedio dei Turchi alla città di Crotone nel 1638, messi in fuga dalla luminosa apparizione della Sacra Immagine portata in processione lungo le mura della città.

Sulla parete opposta si trova la tela del Boschetto, datata sempre 1904, che ricorda il miracoloso evento del 1519 quando invano i Turchi tentarono di bruciare la Sacra Immagine, custodita allora nella chiesetta di Capo Colonna, situata sul promontorio di Hera Lacinia, a pochi chilometri da Crotone.

Alle spalle dell’altare, inquadrato nell’arco a tutto sesto, al centro della parete si trova l’immagine della Madonna di Capo Colonna.

È una tempera su tavola della seconda metà del Quattrocento, opera di un pittore ignoto della scuola napoletana. In seguito l’immagine è stata trasferita su tela per salvarla dalla rovina del supporto di legno.

Il quadro è inserito tra due colonne di marmo nero a fusto liscio coronate da capitelli di marmo bianco con stemma prelatizio che reggono una trabeazione nel cui fregio è scritto Altare Privilegiato. Per volere di Papa Gregorio XIII, ogni messa celebrata in questa cappella dal 1579 ha il potere di avere l’indulgenza plenaria.

Entro una cornice in stucco rettangolare, Severino ha dipinto il ritratto di Dio Padre. Sullo sfondo, nell’arco si legge AVE MARIA GRATIA PLENA.

La chiesa conserva inoltre un interessante tesoro costituito da argenti e paramenti.